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 [GdR] I Cinque Salici

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MessaggioTitolo: [GdR] I Cinque Salici   [GdR] I Cinque Salici Icon_minitimeDom Ago 15, 2010 7:42 pm

Citazione :
Fenice Registrato: 23/08/09 14:51
Messaggi: 708
Residenza: RR: Mirandola
MessaggioInviato: 25 Giu 2010 10:09 Oggetto: [GdR] I Cinque Salici
Fenice aveva bisogno di camminare. Aveva sempre bisogno di camminare, quando la rabbia o il dispiacere le stringevano il cuore. Aveva bisogno di camminare per riflettere... il ritmo cadenzato dei passi le liberava la mente e le rasserenava lo spirito, rendendo più facile il pensiero e la ricerca dell'equilibrio e dell'armonia.
Aveva una meta precisa, questa volta. Non aveva bisogno di lasciare che fossero i passi a guidare il cammino, in modo quasi automatico: c'era un luogo che l'attendeva, e nel quale sperava e sapeva di poter trovare il silenzio necessario a capire e a decidere.

Eccoli, i cinque salici di cui l'amico appena partito le aveva parlato. E uno era stato piantato per lei.
Erano alberi giovani, ancora, teneri, ma sperava avrebbero avuto il tempo di crescere e fortificarsi senza che alcuna ingiuria umana ne distruggesse l'esistenza. Fenice si fermò davanti ai cinque giovani tronchi e sorrise. Non poteva sapere quale fosse il suo, ovviamente, ma in fondo era necessario saperlo? Non era forse vero che nell'amicizia si è uguali? E dunque, era giusto che nulla distinguesse quegli alberi l'uno dall'altro.
Sfiorò il tronco del più vicino, i rami leggeri e morbidi, le foglie che dolcemente seguivano il minimo alito di brezza.
Piantare radici, crescere... morire...
Ascoltò il silenzio profondo, sapendo che nel silenzio della Natura ciò che realmente si cerca è la risposta del proprio cuore. Fruscio del vento, un uccello che chiamava in lontananza... dopo una pausa che sembrava non dovesse colmarsi, una risposta che arrivava da più lontano, dal folto di una macchia d'alberi alti a una certa distanza. Il lieve tepore del sole sulle braccia e sul viso.
Non c'era risposta, ancora. C'era il dispiacere per le cose finite, per il tempo che irrevocabilmente rotola in avanti e ciecamente toglie dalle mani di chi spera ogni speranza.
Perché?
Ah, l'eterna domanda senza risposta... e il dolore dell'attesa...
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Lucrezia59 Registrato: 21/03/09 16:42
Messaggi: 1247
Residenza: Mirandola
MessaggioInviato: 25 Giu 2010 20:08
Lucrezia si era svegliata di sopprassalto all'alba, nessun rumore l'avea destata;accanto a lei l'uomo che amava immerso nel sonno,
Ma una sensazione la attanagliava, qualcosa che non le permetteva di riprendere sonno.
In punta di piedi, senza alcun rumore, calzò gli stivali, infilò una paio di braghe prese in prestito dal suo sposo, si legò il lunghi capelli con un nastro di velluto e uscì dalla stanza.
Attraversò il lungo corridorio e passando davanti alla camera dei figli aprì in silenzio le porte per assicurarsi che almeno loro riposavano tranquilli.
Tutti dormivano.
Mise la mano destra sul mancorrente e scese la grande scalinata e si diresse verso le suderie.
Si avvicinò lentamente ad Artemide, la sua cavalla bianca, e decise che questa mattina avrebbe cavalcato senza sella, con un salto si ritrovò in groppa e dando un colpetto di tacco si diresse verso la campagna.
Aveva bisogno di sentire il fresco del mattino, e l'aria che le scompigliava i capelli.
Artemide era dolce sotto i suoi commandi, il trotto le permetta di ammirare Il paesaggio meraviglioso , sorpassò il laghetto e si diresse verso la collina.
In lontananza vide una figura che le parve di riconoscere.
Un'esile figura che sembrava aver perso i suoi passi.
Lucrezia avanzò a piccolo trotto e dopo poco si ritrovò abbastanza vicina per vedere sua cugina Fenice ora ferma davanti ai giovani salici.
Sul suo viso vi poteva leggere sofferenza, sofferenza profonda.
Lucrezia esitò un momento soltanto, poi srponò la cavalla e arrivata vicino ai salici, smontò.

Senza una parola, si mise accanto a Fen, e prese la sua mano.
Non voleva parlare, non voleva sapere ciò che la turbava così intensamente.
Voleva solo che lei sapesse che poteva contare su di lei, e che ci sarebbe sempre stata.

Rimasero così, ferme, ognuna persa nei propri pensieri.

E in quel momento il sole sorse, innondando il cielo con la sua luce dorata, regalando loro una visione sublime, dove Dama luna salutava con una riverenza Messer Sole, sparendo dietro la linea dell'orizzonte .
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Fenice Registrato: 23/08/09 14:51
Messaggi: 708
Residenza: RR: Mirandola
MessaggioInviato: 26 Giu 2010 13:53
Fenice stringeva la mano di Lucrezia in risposta alla sua stretta. Quante cose può dire una mano... molto più forti delle parole, molto più dirette e inequivocabili... una mano non sa mentire.

Grata della presenza e del silenzio, Fenice rimase ferma al fianco della cugina e lasciò che l'evento dell'alba - un'alba radiosa, tenera, dolcemente trionfante - si compisse indifferente ai loro sguardi e alle loro emozioni.
Vide la luna scivolare al di sotto dell'orizzonte, e il sole che acquistava contorni sempre più netti, alzandosi nella luminosità rosea.
Era fin troppo facile leggere il simbolo... rinascere... ma il suo cuore non si placava.
C'era troppo dolore... e rimpianto, e l'amarezza di chi è stanco di perdere volti, parole, luoghi, speranze. Pochi giorni prima, pregando nella Cappella di famiglia accanto a Lucrezia affranta dalla perdita di un amico, aveva pensato a come crescere sia, in realtà, avere più cose perdute di quelle che ci si aspetta di trovare ancora sul proprio cammino.
Aveva ancora voglia di proseguire il cammino? Sarebbe stato molto più semplice lasciarsi andare nel silenzio e smettere di lottare.
La tratteneva il pensiero del dolore che avrebbe causato a chi l'amava. Davide... Lucrezia, che stringeva la sua mano con la forza sincera dell'affetto, forse qualche altra persona di famiglia, qualche amico.
D'improvviso capì di essere venuta al luogo dei Cinque Salici per sentire la presenza di coloro che contavano nella sua vita. L'istinto amorevole aveva portato Lucrezia, amica prima che parente... ricordò il tempo in cui era stata la sua pulcina curiosa, piena di domande, di idee, di voglia di fare. Avesse potuto ritrovare anche solo una di quelle curiosità, di quelle idee, di quel desiderio di fare...
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Crys Registrato: 19/07/09 16:11
Messaggi: 524
Residenza: Via dei Pico 20 - Mirandola
MessaggioInviato: 26 Giu 2010 16:51
Quella notte Crys non riuscì a dormire serena.....sentiva che qualcosa turbava l'amica e non sapeva come fare per aiutarla...

Con la mente ripassò tutti i discorsi fatti insieme a lei.....a quando Fen, premurosa come sempre, le era stata vicino nei momenti di sconforto e di dolore.....ed ora voleva fare qualcosa per lei....

Temeva.....in cuor suo, temeva che Fen......no....non voleva pensare a quella eventualità.....non doveva e non voleva......avrebbe fatto in modo di farle capire quello che una sua decisione affrettata avrebbe provocato.....cosa che più volte Fen aveva fatto con lei....

Immaginò Fen triste e decise di andare da lei.....

L'istinto la guidò verso la collina....sorpassando il laghetto e si trovò di fronte ai 5 salici dove vide la mamma e Fen che si tenevano per mano.....

Corse verso di loro e le abbracciò, in silenzio.......guardò Fen negli occhi e le accarezzò il volto......l'amica sapeva che poteva contare su di lei....
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Tutor di Mirandola
Guardiano di Mirandola
Responsabile coordinazione L.c.m.M e Lega Macellai
Ex-Tribuno di Mirandola - Addetta Albo Artigiani
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Fenice Registrato: 23/08/09 14:51
Messaggi: 708
Residenza: RR: Mirandola
MessaggioInviato: 27 Giu 2010 10:44
Stretta nell'abbraccio di Crys e Lu, Fenice si abbandonò al calore del loro affetto. Non era sola, forse...

Grata che non ci fossero domande, rimase in silenzio, lasciando che il ritmo del suo cuore si placasse lentamente, allentando un poco la morsa del dolore. Rimanevano le domande senza risposta, e le decisioni che doveva prendere. Sapeva che il tormento non l'avrebbe abbandonata durante la ricerca, e sapeva anche che si è sempre soli a decidere, ma almeno per un momento poteva cedere senza paura al rovello, e tentare di lasciare che le cose fossero come dovevano essere, semplicemente, inevitabilmente, giustamente...

Molti ricordi e pensieri le si affollarono nella mente tutti insieme. Ricordi dolci e tristi, allegri, rabbiosi, disperati, forti, intensi, lievi, spensierati, irresponsabili, temerari, consapevoli, gioiosi... Ne sentiva acutamente la forza e si aggrappava ad essi per trovare un senso. Forse stava soltanto cercando di non decidere, perché per decidere bisogna essere pronti ad accettare le conseguenze di ciò che si decide...
Si sciolse dolcemente dall'abbraccio e sorrise a Lu e a Crys, senza dire nulla.
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Davidetaker Registrato: 04/09/08 10:59
Messaggi: 807
Residenza: RR Mirandola; RL Sorso (SS)
MessaggioInviato: 10 Lug 2010 19:42
Davidetaker posò su ogni tronco un fogliettino firmato con la rosa, sicuro che la sua amata sarebbe stata capace di ricomporvi il messaggio


Lei, chiamata da tutti “candore di pesco”, agitava lievemente la superficie dell’acqua, disegnandovi cerchi concentrici.
Lui, chiamato da tutti “fulmine sereno”, cavalcava sulle colline adiacenti, sfuggendo al chiarore della luna.
@-,-‘-----



Il cielo chiamò, la luna reclamò la sua anima, la volta celeste pretese la sua stella.
Lei salì al cielo sfuggendo al suo abbraccio, lui ne seguì il volo mentre si allontanava all’orizzonte.
@-,-‘------



La leggenda racconta che, quando la luna si rispecchia sul lago, una fanciulla accede al cielo divenendo una stella.
@-,-‘------




La stella divenne la guida dei viaggiatori di quelle zone, il bagliore filtrava nell’animo dei pellegrini rinfrancandone lo spirito d’avventura e fortificandone il cammino.
@-,-‘-------



Si guardarono di sfuggita, i loro occhi penetrarono nell’altro incidendo nei cuori la loro storia.
Si strinsero nell’animo e nel cuore in maniera indissolubile.
@-,-‘-------

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Fenice Registrato: 23/08/09 14:51
Messaggi: 708
Residenza: RR: Mirandola
MessaggioInviato: 15 Lug 2010 14:35
Fenice accarezzò le cinque strisce di pergamena e sorrise. Come sempre, il suo amato trovava la via per arrivare direttamente al suo cuore, senza molte parole, ma con pensieri delicati e con la saldezza dei suoi sentimenti.
Sin dal primo giorno con lui, aveva sentito che la sua presenza non le sarebbe mai venuta meno... lui c'era e ci sarebbe stato sempre, pronto a starle vicino nelle difficoltà, a confortarla, a comprendere ciò di cui lei aveva bisogno, senza farglielo nemmeno dire.
Assorta, ripensò alle prove che avevano superato insieme, prove che li avevano uniti sempre di più. Non aveva il diritto di essere egoista nel dolore e nella difficoltà. Coloro che la amavano, e lui per primo, contavano su di lei ed erano pronti a darle appoggio. Doveva trovare la forza di andare avanti in sé, ma anche per loro, e con loro accanto.
Esitò un momento domandandosi se fosse il caso di staccare i foglietti dai tronchi. Poi decise di no. Chiunque passasse, avrebbe letto la storia e l'avrebbe ricomposta forse a piacere o secondo il bisogno, sostando davanti ai salici e onorando, anche senza saperlo, il significato che avevano.
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