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 Nuova Fucina "La Forgia di Ucuetis"

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Nuova Fucina "La Forgia di Ucuetis" Empty
MessaggioTitolo: Nuova Fucina "La Forgia di Ucuetis"   Nuova Fucina "La Forgia di Ucuetis" Icon_minitimeSab Ago 07, 2010 5:37 pm

Citazione :
Cailin.
Inviato: 18 Set 2009 18:18 Oggetto: Nuova Fucina "La Forgia di Ucuetis"
Siria entrò nella sua nuova bottega, ora che conosceva qualche dettaglio in più sulle sue origini, poteva tornare al suo antichi amore e anche capire perchè aveva sempre avuto una spiccata simpatia per il mestiere del fabbro, l'aveva nel sangue.
In rispetto al suo avo che venerava il dio celta Ucuetis, Siria decise di chiamare la sua bottega "La Forgia di Ucuetis" sperando anche che questo nome fosse di buon auspicio per il futuro.

Ormai la fucina era pronta..


Nuova Fucina "La Forgia di Ucuetis" Lafucina

la sua vecchia incudine di famiglia l'attendeva

Nuova Fucina "La Forgia di Ucuetis" 3incudinemartello

La ragazza era pronta per iniziare la sua nuova professione con rinnovato e ritrovato vigore


Alyx



Registrato: 01/01/70 02:33
Messaggi: 414

Inviato: 19 Set 2009 15:34 Oggetto:

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Il cielo del crepuscolo faceva da contrappunto alle braci ardenti che brillavano dal fondo della forgia, come se il loro stesso calore avesse cosparso la volta di pennellate rosa tenue. La giornata volgeva al termine e la luce iniziava a scarseggiare, mentre l'aria diventava progressivamente più fresca.
Alyx alzò gli occhi dal libro che reggeva sulle ginocchia e lanciò uno sguardo alle ombre che cominciavano ad addensarsi negli angoli della fucina di sua madre. Posò il volume sul tavolo con una leggera irritazione, incapace di proseguire la lettura fino al termine del capitolo, ma grata di poter finalmente riposare gli occhi e la mente stanchi. Lasciò che il suo sguardo vagasse oltre l'apertura della finestra, sulle nuvole che sembravano dipinte e sui passanti che tornavano a casa dopo una giornata di lavoro, assaporando il senso di serena quiete che quello spettacolo le trasmetteva. Si appoggiò allo schienale alto della sua sedia e si stirò le braccia e le gambe.
Studiare medicina era un compito arduo che richiedeva tutto il suo impegno ed assorbiva gran parte delle sue energie, ma la affascinava in un modo unico e lei era del tutto intenzionata a dedicare a quella vocazione la sua intera vita. Solo era molto più difficile per lei assimilare le conoscenze teoriche contenute in antichi volumi scritti da uomini antichi in tempi dimenticati piuttosto che salvare delle vite a uomini che ne avevano realmente bisogno. A volte odiava quell'esercizio assurdo, detestava doversene stare con le mani in mano senza potersi rendere utile. Tuttavia sapeva che nel mondo in cui viveva era necessario ottenere una qualifica riconosciuta dalle autorità competenti.
Sospirò.
Era davvero grata di poter trascorrere quelle lunghe ore in compagnia di sua madre. La sua vicinanza la rendeva felice, anche quando tra loro non c'era null'altro che silenzi interminabili. Ma la sua stessa presenza era per lei un conforto e un sollievo, le dava la forza di andare avanti quando l'amarezza e la frustrazione per quella necessaria immobilità minacciavano di impadronirsi di lei, e le scaldava il cuore quando nelle pause che si concedeva dallo studio la osservava muoversi indaffarata per la propria bottega con i capelli che non volevano saperne di starsene al loro posto e quello sguardo deciso stampato sul viso, sottolineato dalla linea dura disegnata dalle sue labbra sottili. Amava le poche battute che si scambiavano nel corso della giornata, e le brevi conversazioni che le alleggerivano il cuore.
Ormai solo il calore vivido delle braci illuminava il piccolo ambiente di una fioca luce cremisi, e il riflesso delle fiamme contro le pareti di pietra risvegliò in Alyx il ricordo di altre forge ed altri affetti.
La sua vita era stata costellata di fabbri. Ella stessa avrebbe voluto essere un fabbro. Ora utilizzava i suoi attrezzi non per tagliare e saldare il metallo come un fabbro, ma per aprire e cucire, per guarire persone. Eppure ancora ricordava.
Ricordava il fabbro che le aveva rapito il cuore, nella cui fucina il battere del maglio sull'incudine si era fuso con la melodia del canto per dare vita a creazioni dalla tempra robusta e dall'anima dolce. Ricordava anche colui che per primo le aveva insegnato come il metallo avesse bisogno d'amore, e come il canto d'un cuore colmo d'affetto potesse riversarsi nell'essenza stessa degli oggetti forgiati dando loro un'unicità che li rendeva speciali.
Schiuse le labbra in un sussurro sommesso che lentamente crebbe d'intensità diventando un canto dolce e malinconico, che parlava di tempi lontani e di affetti profondi, di dolcezza infinita e di piacevoli ricordi. Quasi senza rendersene conto venne trascinata dalla melodia della canzone e non potè fare altro che assecondare il suo istinto, lasciandosi travolgere dai sentimenti che le traboccavano dal cuore e permettendo loro di sgorgarle attraverso le labbra, trasformandoli in note armoniose.
Sorrise a sua madre quando lei interruppe per un istante il proprio lavoro fermandosi ad osservarla, intuendo quasi subito come la canzone della figlia mancasse di un elemento fondamentale che solo lei poteva procurare. Ancora una volta la melodia del canto si unì al ritmo del martello, unendo tra loro le anime di madre e figlia in un intenso istante sospeso nel tempo, rendendo l'aria vibrante e piena di dolcezza.
Entrambe batterono le palpebre quando il canto cessò, come sconvolte dalla rapidità del cambiamento. Fissandosi sorrisero l'una all'alta, consapevoli di aver condiviso emozioni che nessuna parola avrebbe saputo descrivere, sensazioni che pochi potrebbero sognare, nate spontaneamente dal legame che le unisce e dalla sincerità dell'affetto reciproco, e proprio per questo ancora più preziose.
<<L'ultima volta che ho cantato in questo modo ero innamorata.>> Bisbigliò Alyx rivolta alla madre, come se temesse di infrangere la serenità di quel momento. Cailin non disse nulla, limitandosi ad osservare con tenerezza la figlia. I suoi occhi parvero brillare e smuovere le ombre della stanza, mentre attendeva ciò che sapeva essere ancora sulle labbra di Alyx.
Dopo un lungo istante, lei proseguì <<Lascia che ti racconti una storia.>>




Citazione :
Alyx
Inviato: 19 Set 2009 16:09
<<Una volta conobbi un uomo... un fabbro, dalla vita intensa e affascinante, una persona così buona e onesta da aver rinunciato al proprio futuro pur di liberarsi dell'obbligo di far soffrire altre persone. Un uomo che ha viaggiato così tanto e che ha conosciuto così tante terre e popoli... un uomo saggio, che ha visto e provato troppi orrori e sofferenze. Un uomo dalle infinite conoscenze, ma dal cuore ferito, in fuga dai suoi demoni ma in cerca d'amore.>> Tacque per un istante, come se valutasse le proprie parole e cercasse di liberarsi dalla consapevolezza di non rendere giustizia, con le proprie parole, alla persona che aveva tentato di descrivere.
<<Quest'uomo giunse dall'Oriente guidato dalle stelle e dal cuore, fuggendo dalla sua vita di Giannizzero al servizio del Sultano e dagli orrori di quell'esistenza, e nel breve periodo in cui ho potuto godere della sua amicizia mi ha insegnato molte più cose sulla vita e sull'amore di quante ne possa narrare in un anno intero.>> La sua voce divenne un sospiro trascinato dalla forza dei sentimenti e dei ricordi.
<<Mi ha insegnato a mettere il cuore in ciò che un fabbro produce, mi ha insegnato che egli non crea oggetti ma dà un'anima al metallo, vi racchiude una parte di sè stesso e si lega così a loro in maniera indissolubile. Un fabbro è in realtà un'artista, ed egli era infatti molte cose... un poeta, un sognatore, un uomo d'azione ma anche una mente saggia e acuta. Era un uomo forte e deciso, ma dolce e altruista, sensibile alla bellezza insita nell'imperfezione del mondo. Mi ha insegnato che un fabbro perde una parte di sè ad ogni sua creazione, così come un pittore potrebbe fare con un quadro nel quale riversa una parte dei propri sentimenti e della propria essenza, poichè solo così il lavoro risulterebbe completo. Mi ha insegnato che la responsabilità più importante del fabbro consiste nel dare la vita stessa al metallo, ed è ciò che lui ogni volta faceva.>>
<<Mi ricordo il compleanno di...>> Deglutì mentre le parole le si bloccavano in gola. Fissò la madre con intensità. <<Volle regalarle una spada. Lavorò una notte intera e io lo assistetti. Mi raccontò una storia.>> Alyx si schiarì la voce prima di cominciare.
<<Mentre lavorava, mi raccontò la storia della nascita di una lama. Lavoravamo al buio, quasi come ora, in una fucina rischiarata solo dal bagliore delle stelle. Quando estrasse la lama dal letto di carbone dove l'aveva lasciata riposare la descrisse come l'abbozzo di una vita ancora acerba che attende di venire al mondo. Dalla profondità delle braci da cui scaturì la lama si liberò un'esplosione di faville incandescenti, come la scintilla di vita che avrebbe animato la spada. La immerse fino al codolo in un secchio di terra umida, spiegando che durante la prima tempra il metallo rivendica il potere di tutti e quattro gli elementi, terra, fuoco, acqua e aria, per generare un'arma che sarebbe durata nel tempo.>>
<<Mentre attendeva che la lama si riscaldasse nuovamente nel suo letto di brace, colorandosi in maniera lenta e uniforme, mi spiegò che la seconda tempra era un secchio di piscio di cavallo, raccolto dalle bestie più veloci della città. Si diceva che in questo modo l'asprezza del liquido avrebbe mantenuto la lama sempre affilata, e la velocità dell'animale l'avrebbe resa più rapida sul bersaglio. Quando immerse il metallo rovente nel secchio vi fu un sibilo esplosivo ed entrambi ci coprimmo il volto mentre il liquido rendeva i tagli della lama scuri.>>
<<Ma il momento più emozionante fu quello dell'ultima tempra, la più magica. Portammo la lama fuori dalla fucina, quando l'alba era ormai imminente, in mezzo all'erba alta. Per la terza tempra essa venne immersa nella rugiada mattutina, l'acqua più pura che potesse esistere poichè nessuno poteva vederla cadere nemmeno vegliando tutta la notte e non poteva essere contaminata dal tocco di nessun uomo. Mi raccontò che gli antichi credevano che fosse costituita da lacrime versate dall'Altissimo per i Suoi figli mentre dormivano. Mi disse che attraverso di essa lo spirito della Terra avrebbe legato l'arma al proprio scopo, rendendola fedele a sè stessa, pura e nobile come l'anima del suo creatore.>>
Alyx restò per qualche istante incantata dal ricordo di quell'esperienza.
<<Fu una notte magica... e il mattino dopo ci recammo al ricevimento senza aver chiuso occhio. Fu un'esperienza unica.>>

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